La leggenda della Bora

Oggi voglio raccontarti la leggenda della Bora.

E’ una leggenda del Friuli Venezia Giulia.

C’è una famosa leggenda su un famoso vento, la bora, che influisce pesantemente sul clima locale, e sulla bellissima città di Trieste, capoluogo della regione.

Vento, il padre dei venti, girava il mondo in compagnia dei suoi figli. Tra questi c’era Bora, la più bella dei venti. Un giorno giunsero ad un altopiano verdeggiante, che scendeva ripido verso il mare.

La bella Bora cominciò a giocare con le nuvole, allontanandosi dal padre e dai suoi fratelli. Trovò una caverna e senza paura, proprio come un bimbo che gioca immerso nella natura, vi entrò. Fu così che incontrò un uomo, un essere umano che Bora non aveva mai visto prima: era il navigatore Tergesteo. Fu amore a prima vista. I due giovani vissero felici in quella grotta sette giorni di amore e di travolgente passione.

Bora non avvisò il padre Vento, che preoccupato aveva già iniziato a cercare la figlia prediletta. Dopo alcuni giorni di ricerche la trovò, abbracciata a Tergesteo. Quindi si arrabbiò moltissimo e si scagliò contro l’uomo, lo gettò con violenza contro le pareti della grotta, uccidendolo.

Bora scoppiò in un pianto talmente disperato che ogni sua lacrima iniziò a trasformarsi in pietra. Fu così che il prato verde dell’altopiano venne completamente ricoperto da un manto di pietre: ecco spiegata anche la formazione del Carso, da un punto di vista leggendario.

Il padre Vento ordinò a Bora di ripartire, ma lei distrutta dal dolore non ne volle sapere. Così Odino ordinò a Vento di ripartire da solo e di lasciare la figlia nel luogo che aveva visto nascere e morire il suo grande amore. Madre Natura, dispiaciuta per la morte di Tergesteo, fece nascere il “sommacco”, che da allora colora di rosso l’autunno carsico. È stato il sangue del giovane ad impietosire Madre Natura.

Mare ordinò a Onde di ricoprire il corpo di Tergesteo di conchiglie, stelle marine e alghe, dando vita, nel tempo, ad una collina sulla quale gli uomini costruirono un Castelliere che, ingrandendosi, divenne la città chiamata Tergeste in ricordo di Tergesteo: oggi è Trieste.

Ancora oggi Bora si trova qui perché Terra le concesse di regnare sul luogo della sua disperazione, e Cielo le concesse di rivivere ogni anno alcuni giorni del suo amore: sono proprio questi i giorni in cui la bora soffia impetuosa.

Oggi, si parla di bora “chiara” quando Bora è fra le braccia del suo amore; “scura” quando attende di incontrarlo.

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